pinocchioCari ragazzi,

A? ormai tempo di conclusione dell’anno scolastico, accompagnato da qualche stanchezza, ma anche da calde e luminose giornate di sole e dai profumi intensi della primavera.

AI termine di un anno, di solito, guardando a quello che A? successo, viene da chiedersi se e quanto siamo cresciuti, cambiati o migliorati: questo dovrebbe essere il compito della scuola.

Un compito che mi sembra ben rappresentato nelle avventure di Pinocchio, in quel lungo e tra- vagliato percorso che porta un burattino di legno a diventare un ragazzo “in carne e ossa”.

Diventare un ragazzo vero A? l’aspirazione di Pinocchio, ma anche la sua paura piA? grande: perchA�, restando solo un burattino non ha responsabilitA� nA� pensieri, altri penseranno per lui, prenderanno decisioni, assumeranno impegni difficili da mantenere. Restare burattino significa,A� A�in fondo, continuare a fare solo quello che gli piace, quello che gli torna comodo, ma con quali conseguenze…? Diventare un ragazzo in carne e ossa significa invece intraprendere una stradaA� A�difficile da percorrere, che richiede di rispettare delle regole, degli impegni, non deludendo le persone che credono in noi.

Ma diventare un ragazzo in carne e ossa rivela anche i suoi vantaggi: si possono provare sentimenti, certo essere feriti, ma anche essere felici, contenti di sA�, riconoscere gli amici, A�amare ed essere amati.

Pinocchio diventa davvero un ragazzo, quando dimentica se stesso e decide di fare qualcosa, A�gratuitamente, per amore di qualcun altro, in questo caso il vecchio padre prigioniero nel ventre A�della balena.

Quando riusciamo a superare le nostre difficoltA� e paure e ad accorgerci che possiamo essere un dono importante per chi ci circonda, la vita si colora di senso e di gioia: questo A? anche il compito, la speranza, l’augurio al termine di un anno di scuola.

A conclusione delle sue avventure Pinocchio A? felice: la strada per arrivarci non A? sempre la piA? agevole, gli ostacoli non mancano, ma noi sappiamo che voi ragazzi siete ricercatori instancabili A�di questa gioia, che nessun ladro puA? rubare.

Il Dirigente Scolastico